I marenghi d’oro non hanno un’origine italiana bensì nascono in Francia quando, nel 1801, vengono coniati dalla zecca di Torino per celebrare la vittoria di Napoleone Bonaparte contro gli austriaci nella battaglia di Marengo del 1801: da qui il marengo prende anche il nome di “Napoleone”.
In Italia la storia dei marenghi d’oro inizia nel 1861, con l’Unità d’Italia: la moneta italiana da 20 lire viene battezzata col nome di “Marengo”.

Queste monete d’epoca posseggono un significato storico indiscutibile ma non solo: alcuni esemplari possono avere un grande valore economico.
Il nostro articolo di oggi si incentra appunto su questo tema, il valore marenghi oro.
Di seguito, scopriamo insieme quali sono i marenghi d’oro più interessanti da un punto di vista economico.

Quotazioni marengo oro: quali valgono di più?

Dopo aver approfondito tutta la storia del marengo italiano, possiamo affermare che sono tre i marenghi d’oro più conosciuti: “Vittorio Emanuele II”, “Umberto I”, “Vittorio Emanuele III”.
Prima di andare alla scoperta della storia e del valore di queste tre monete, è importante dirti che ci sono dei criteri di base che sono fondamentali per stabilire le quotazioni marengo oro e sono la rarità e la tiratura.

Marenghi d’oro “Vittorio Emanuele II”

Inciso da G. Ferraris e coniato tra il 1861 e il 1878, questo marengo d’oro presenta sul dritto il profilo del sovrano e la firma dell’incisore, sul rovescio lo stemma sabaudo, l’incisione “Regno d’Italia” e il suo valore nominale, “L 20”.
I marenghi d’oro “Vittorio Emanuele II” più rari appartengono agli anni: 1870 (zecca di Roma e zecca di Torino), 1871 e 1873 (zecca di Roma). Quelle appartenenti al 1873 sono classificate come “Estremamente rare”.

Marenghi d’oro “Umberto I”

Questa monete presenta sul dritto il profilo di Umberto I con l’incisione “Umberto I Re d’Italia”, data di conio e firma dell’incisore, F. Speranza. Sul rovescio possiamo osservare lo stemma sabaudo incorniciato dal collare dell’Annunziata, tra un ramo di alloro e uno di quercia.
I marenghi d’oro “Umberto I” furono tutti coniati dalla zecca di Roma e tra questi, le quotazioni marengo oro maggiori spettano alle monete coniate nei seguenti anni: 1883, 1884, 1885, 1889, 1891 e 1897. Nonostante si tratti di monete di una certa importanza, in questo caso nessun esemplare è classificato come “Estremamente raro”.

Marenghi d’oro “Vittorio Emanuele III”

Si tratta dell’ultimo marengo prodotto in Italia e, anche in questo caso, a cura della sola zecca di Roma. La particolarità di questa moneta è che fu coniata a periodi alterni e in tre versioni: nella versione “Aquila Sabauda” dal 1902 al 1908; dal 1910 al 1927 in quella “Aratrice”; infine, nella versione “Fascetto d’Oro” negli anni 1922 e 1923.
I marenghi d’oro più rari di questo periodo sono stati coniati negli anni 1902 e 1903. Inoltre, la versione con àncora del 1902 presenta solo 115 esemplari ed è classificata quindi come “Estremamente rara”. Infine, dell’anno 1908, esistono solo 4 esemplari noti: una vera e propria rarità!

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