Le ricerche effettuate quotidianamente sul web relative a “quotazioni marengo oro” sono numerose. Questo perché si tratta di monete da investimento, con una tradizione storica importante alle proprie spalle, scambiate e vendute con frequenza nell’ambito del mercato e del collezionismo numismatico. Ma da cosa deriva il valore dei Marenghi? E come se ne stabilisce la quotazione precisa?

Il primo conio assoluto dei Marenghi risale al 1801. Le monete vennero prodotte dalla Zecca di Torino, in occasione della vittoria ottenuta da Napoleone Bonaparte contro gli austriaci nella battaglia di Marengo del 1800. È per questo che il Marengo d’oro è noto anche come il “Napoleone”. Il conio proseguì anche in seguito all’esilio di Napoleone: con la nascita dell’Unione Monetaria Latina, il Marengo iniziò a essere utilizzato anche negli altri Stati membri, vale a dire Belgio, Spagna, Svizzera e Grecia. Chi si ritrova in possesso di Marenghi d’oro, oggi, potrebbe inconsapevolmente avere in tasca cifre importanti. Scopriamo perché.

 

Quanto vale un Marengo d’oro italiano? Dipende…

Come possiamo sapere, dunque, quanto vale un Marengo d’oro italiano? Per rispondere alla domanda dobbiamo fare un breve viaggio fra le storie e le tipologie di Marenghi in circolazione. A coniare il Marengo italiano non fu soltanto la Zecca di Torino, ma – dopo il 1861 – anche quelle di Genova, Torino, Milano e Roma. Pertanto, il valore della moneta è indissolubilmente legato alla rispettiva tiratura, che ne determina la rarità. In questo caso, il grado di rarità in questione è riportato proprio sulla moneta, insieme all’indicazione della Zecca che l’ha coniata: “T” per Torino, “R” per Roma e “M” per Milano.

 

Marenghi d’oro Vittorio Emanuele II

Durante il Regno di Sardegna e nel primo periodo dell’Unità d’Italia, Vittorio Emanuele II ordinò il conio del Marengo, che venne inciso da Giuseppe Ferraris. Il valore di questa tipologia è strettamente connesso a due variabili: la quotazione attuale dell’oro e il grado di rarità.

Roma, 1870, tiratura sconosciuta: Rarissima

Torino, 1870, tiratura sconosciuta: Molto rara

Roma, 1871, tiratura di 23.508 monete:  Molto rara

Milano, 1872, tiratura sconosciuta: Molto rara

Roma, 1873, tiratura di 2.174 monete: Estremamente rara

 

Marenghi d’oro Umberto I

Con incisione ad opera di Filippo Speranza vennero invece incisi i Marenghi voluti da Umberto I attraverso Regio Decreto 4514 del 1878 e coniati esclusivamente dalla Zecca di Roma. La produzione più alta si registrò fra il 1881 e il 1882, dato che rende le monete realizzate in questi anni, agli occhi dei collezionisti, piuttosto comuni (e la loro quotazione legata soltanto a quella dell’oro con cui sono state prodotte). Per quanto riguarda quelle più rare, invece, la classificazione è la seguente:

1884, tiratura di 9.775 monete: Molto rara

1883, 1885, 1889, 1890, 1891, 1897: Rara

 

Marenghi d’oro Vittorio Emanuele III

Sempre presso la Zecca di Roma venne coniato anche il Marengo d’oro Vittorio Emanuele III, nuovamente con incisione firmata da Filippo Speranza. Anche per quanto riguarda questa tipologia, il valore della moneta è legato al rispettivo grado di rarità.

1902, tiratura di 181 monete: Estremamente rara

1902, versione con àncora, oro di Eritrea, tiratura corrispondente a 115 monete: Estremamente rara

1903, tiratura di 1800 monete: Molto rara

1908: solo 4 esemplari conosciuti

 

Marenghi d’oro Aratrice

Nell’ambito delle quotazioni Marengo oro, va menzionato anche il Marengo Aratrice. Coniata in seguito al Regio Decreto 258 del 5 maggio 1910 con incisione di Giorgi e Boninsegna, la moneta mostra l’effigie di Vittorio Emanuele III sul fronte e una donna aratrice sul rovescio, quest’ultima come allegorica rappresentazione dell’Italia. Date le basse tirature, si parla di monete dal valore generalmente elevato.

1910, tiratura di 32.589 monete, rifusa per problemi inerenti al titolo dell’oro: Estremamente rara

1912: Rara nella versione in oro rosso

1912: Rarissima nella versione “prova”

1926 e 1927, tiratura rispettivamente di 40 monete e 30 monete: Molto interessante per i collezionisti, ma priva di valore legale

 

Il Fascetto d’oro

L’effigie di Vittorio Emanuele III è presente anche sul cosiddetto “Fascetto d’oro”, moneta incisa da Attilio Silvio Motti e coniata in occasione del primo anniversario della marcia su Roma. Si tratta di un marengo molto raro nella sua versione “prova”.

 

Marengo oro: valore e vendita

Provando a digitare su un motore di ricerca “Marengo oro valore” o “quotazione Marenghi oro” o ancora “quotazioni Marengo oro”, i risultati potrebbero non essere chiari. La grande varietà di Marenghi coniati del tempo non consente certo di stabilire valori univoci. Possiamo dire che mediamente il valore di un Marengo si attesta fra i 200 e i 300 euro, ma – come abbiamo appena visto – diversi esemplari arrivano tranquillamente a cifre molto, molto più alte, prevalentemente per questioni di tiratura.

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