I marenghi d’oro furono coniati per la prima volta nel 1801 dalla Zecca di Torino, in occasione della vittoria di Napoleone Bonaparte contro gli austriaci nella battaglia di Marengo del 1800. Per questo motivo, il marengo d’oro è conosciuto anche come il “Napoleone”.

Il conio dei marenghi d’oro continuò anche dopo l’esilio di Napoleone al punto che, con la nascita dell’Unione Monetaria Latina, l’utilizzo del marengo si estese anche agli altri Stati membri come Belgio, Spagna, Svizzera, Grecia.

Quando, nel 1861 iniziò il conio della Lira italiana, questa assunse il nome di marengo nella sua versione da 20 Lire: si trattava di una moneta identica all’originale “Napoleone” francese.

Ad oggi, possedere dei marenghi d’oro potrebbe costituire una piccola fortuna: scopriamo quali sono i più rari e ricercati.

Marenghi d’oro italiani: il valore dipende dalla rarità

I marenghi d’oro in Italia furono coniati inizialmente dalle zecche di Torino e Genova poi, dopo il 1861, da quelle di Torino, Milano e Roma.

Si tratta di monete da investimento con una forte tradizione storica in Italia, molto ricercate, scambiate e vendute. La quotazione del marengo d’oro dipende dalla tiratura e dalla rarità il cui grado è indicato sulla moneta stessa, insieme all’indicazione della Zecca che ha coniato le monete: “T” per Torino, “R” per Roma e “M” per Milano.

Marenghi d’oro Vittorio Emanuele II

Vittorio Emanuele II fece coniare i marenghi d’oro durante il Regno di Sardegna e nel primo periodo dell’Unità d’Italia. Furono incisi da Giuseppe Ferraris e il loro valore economico dipende sia dalla quotazione dell’oro, sia dal grado di rarità. I più rari di questo periodo, e quindi quelli che possiedono un maggiore valore, sono:

  • 1870, Roma – tiratura sconosciuta; “Rarissima”
  • 1870, Torino – tiratura sconosciuta; “Molto rara”
  • 1871, Roma – 23.508 monete;  “Molto rara”
  • 1872, Milano – tiratura sconosciuta; “Molto rara”
  • 1873, Roma – 2.174 monete; “Estremamente rara”

Marenghi d’oro Umberto I

I marenghi d’oro Umberto I furono incisi da Filippo Speranza ed emessi dopo il Regio Decreto 4514 del 30 settembre 1878. Durante il conio avvenuto per volere di Umberto I, l’unica zecca coinvolta fu quella di Roma. Gli anni in cui ci fu una produzione più alta sono il 1881 e il 1882, perciò i marenghi che riportano una di queste date sono classificati come “comuni”. Infatti la quotazione dei Marenghi coniati nel 1881 e 1882 dipende esclusivamente dal peso dell’oro; bisogna anche tenere presente che esistono molti falsi tra le monete coniate in questi anni.

Vediamo, invece, quali sono più rari di questo periodo.

  • 1884 – 9.775 monete; “Molto rara”

I marenghi appartenenti agli anni che seguono sono stati coniati anche in oro rosso e, in questa versione, sono classificati come “Rari”:

  • 1883
  • 1885
  • 1889
  • 1890
  • 1891
  • 1897

Marenghi d’oro Vittorio Emanuele III

Anche in questo caso fu solo la Zecca di Roma a occuparsi del conio di questi marenghi, incisi ancora una volta da Filippo Speranza. La quotazione di questi Marenghi d’oro, in questo caso come gli altri, è strettamente legata alla loro rarità. Di seguito elenchiamo i marenghi più ricercati appartenenti a questi anni:

  • 1902 – 181 monete; “Estremamente rara”
  • 1902 nella versione con l’ àncora e coniati con oro di Eritrea – 115 monete; “Estremamente rara”
  • 1903 – 1800 monete; “Molto rara”
  • 1908 – solo 4 esemplari conosciuti

Marenghi d’oro Aratrice

Inciso da Luigi Giorgi e Egidio Boninsegna, questo marengo d’oro fu coniato dopo il Regio Decreto 258 del 5 maggio 1019. Sul fronte di questa moneta è rappresentato nuovamente Vittorio Emanuele III mentre, sul rovescio, una donna aratrice tiene con la mano sinistra alcune spighe mentre poggia la destra sul manico di un aratro. Questa rappresentazione è un’allegoria dell’Italia.

Il valore dei marenghi d’oro Aratrice è solitamente alto dato che, nella maggior parte dei casi, si tratta di monete rare con tiratura ridotta:

  • 1910 – 32.589 monete; sono classificate come “Estremamente rare” poiché vennero rifuse per problemi col titolo dell’oro
  • 1912 – sono rare nella versione in oro rosso
  • 1912 – sono rarissime nella loro versione “prova”
  • 1926 (40 monete) e 1927 (30 monete) furono emesse solo per collezionisti e non posseggono valore legale

Il Fascetto d’oro

Si tratta del terzo marengo che raffigura Vittorio Emanuele III: fu inciso da Attilio Silvio Motti ed emesso per celebrare il primo anniversario della marcia su Roma. Sono molto rare nella loro versione “prova”.

Marenghi d’oro: quotazione e acquisto

In linea generale, ad oggi il valore dei marenghi d’oro oscilla tra i 200 e i 250 euro. Tuttavia, come abbiamo visto nel corso di questo articolo, ci sono alcuni parametri che possono accrescere tantissimo il loro valore economico come la rarità e la tiratura.

Acquistare e possedere dei marenghi d’oro è un ottimo investimento, soprattutto perchè potrai rivenderli facilmente.

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